Sette persone, tra dirigenti della Regione Calabria e imprenditori, sono indagate per disastro ambientale colposo e abuso d’ufficio. L’indagine della Guardia di finanza di Vibo Valentia, su delega della locale Procura, ha portato al sequestro preventivo del cantiere del nuovo ospedale di Vibo ed in particolare i lavori di sistemazione idrogeologica del fosso Calzone e della raccolta delle acque bianche.
Le opere, finanziate con il fondo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, qualificate dalla Regione Calabria come strumentali alla realizzazione del nuovo nosocomio cittadino hanno, addirittura, aggravato il rischio idrogeologico.
Le indagini hanno consentito anche di accertare l’affidamento diretto dei lavori, per un importo di oltre 3 milioni di euro, alla società Vibo Hospital Service s.p.a, con sede Rovigo, aggiudicataria dell’appalto principale di costruzione del nuovo ospedale, per un importo complessivo di circa 144 milioni di euro.
Le persone indagate sono:
Domenico Pallaria, di 61 anni, direttore generale del Dipartimento Infrastrutture della Regione Calabria, in qualità di R.U.P.;
Pasquale Gidaro (53), responsabile della struttura tecnica per il supporto al R.U.P.;
Alessandro Andreacchi (57), direttore dei lavori;
Pier Renzo Olivato (66) presidente del consiglio di amministrazione del consorzio di imprese Vibo Hospital s.p.a., concessionario dei lavori;
Giacomo Procopio (63), legale rappresentante dell’impresa esecutrice dei lavori “Costruzioni Procopio S.R.L.”;
Massimo Procopio (59), vice-presidente del consiglio di amministrazione della “Vibo hospital service Spa” e Direttore Tecnico dell’ impresa esecutrice dei lavori “Costruzioni Procopio S.R.L.”;
Luigi Zinno (66), soggetto attuatore dell’ ufficio del Commissario Straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Calabria.