NUOVA IMPRESA GREEN ALLA EX ITALCEMENTI DI VIBO VALENTIA

Nella sede provinciale di Confindustria Vibo Valentia è stato presentato il nuovo insediamento industriale all’interno del sito dismesso dell’Italcementi, a Vibo Marina.

Si tratta di un’attività green della Engitec Spa che vede coinvolta la società collegata “Metals Reborn”, che punta a rigenerare e trasformare i sottoprodotti della produzione dell’acciaio che altrimenti andrebbero in discarica in materie prime e/o prodotti di valore.

Un investimento da 73 milioni di euro, in grado di creare 85 posti di lavoro al netto dell’indotto per il quale si prevede un numero doppio.

L’iniziativa è stata illustrata alla presenza del presidente degli imprenditori Rocco Colacchio; di Oliviero Lanzani, amministratore unico della “Metals Reborn”; Francesco Manduca, advisor legale del progetto; Gaetano De Pasquale, advisor economico e dell’assessore alle Attività produttive della Regione Calabria, Rosario Varì.

Si tratta di un importante investimento del gruppo Engitec – ha sostenuto Colacchio – che porterà indubbi benefici occupazionali sul territorio e a livello ambientale visto che si tratta di green economy. Come Confindustria stiamo cercando di stare vicino alle imprese che vogliono investire sul territorio e se continueremo a mantenere questo terreno fertile nella legalità, e contando sull’aiuto delle istituzioni, la provincia di Vibo Valentia potrà risalire decisamente le classifiche nazionale su vari indici di qualità della vita“.

L’acquisto da parte del sito da parte della Engitec Spa risale a metà del mese di ottobre – ha detto l’ad Lanzani – ed è funzionale ad un progetto importante per il territorio perché si ridà vita ad un’area dismessa. E’ fondamentale capire che ciò che andremo ad installare – ha aggiunto – è un impianto che ha una valenza innovativa rilevante, con una tecnologia moderna e avanzata che risolve il problema di interesse pubblico e ambientale, vale a dire il riciclo dei materiali come acciaio, zinco, piombo, rame ad emissioni zero. Questo processo attirerà l’attenzione di tutto il mondo“.

Lanziani ha specificato pertanto che “i sottoprodotti di acciaieria nulla hanno a che vedere, ad esempio, con le attività dello stabilimento di Taranto e precisato che non ci saranno scarti di produzione, altrimenti saremmo come tutti gli altri; non ci sarà pertanto un impianto di trattamento delle cosiddette acque di processo, utilizzate per fare la produzione, e anche di quelle di lavaggio degli impianti in cui esse finiscono in una rete di raccolta e verrà messa in ricircolo“.

 

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