Sono finite in manette anche le persone che hanno fabbricato e materialmente posizionato l’ordigno che il 19 aprile del 2018 ha provocato la morte del biologo Matteo Vinci ed il ferimento del padre a Limbadi. L’operazione denominata “Demetra 2”, diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha portato all’arresto di 7 persone tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria.
Oltre che dei reati di omicidio e tentato omicidio sono accusate anche di danneggiamento, porto di esplosivi, tentata estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Il crimine è maturato in un più ampio disegno estorsivo posto in essere dalla famiglia di ‘ndrangheta Mancuso, finalizzato all’illecita acquisizione di terreni, alla quale si sarebbe opposta la famiglia Vinci. La mano dei presunti esecutori sarebbe, invece, stata armata dalla necessità di saldare un debito contratto nei traffici di droga da settemila euro ha spiegato in conferenza stampa il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
Destinatari del provvedimento cautelare in carcere
Filippo De Marco
Antonio Criniti
Vito Barbara (genero di Di Grillo, già arrestato nella prima operazione)
Pantaleone Mancuso, 57 anni, di Caroni di Limbadi
Domenico Bertucci, 27 anni, di Serra San Bruno
Ai domiciliari
Giuseppe Consiglio, 34 anni, di Rosarno
Salvatore Paladino, 60 anni, di Rosarno.