Anche il boss Luigi Mancuso, di 69 anni, già detenuto, è coinvolto nell’inchiesta “Declino” che ha portato all’arresto di otto persone per associazione per delinquere di stampo mafioso, favoreggiamento personale e procurata inosservanza della pena.
La misura cautelare è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari distrettuale, Valerio Trovato, su richiesta del Procuratore Giovanni Bombardieri, e dal sostituto procuratore Alessia Giorgianni, della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria al termine dell’indagine condotta dalla Squadra mobile reggina, diretta da Alfonso Iadevaia.
Secondo le investigazioni, portate avanti anche utilizzando intercettazioni telefoniche ed ambientali, gli indagati si sarebbero occupati della gestione della latitanza del boss di ‘ndrangheta Domenico Crea, capo dell’omonima cosca di Rizziconi, arrestato il 2 agosto 2019 dalla Polizia a Ricadi, nel vibonese, irreperibile dal 2015.
Nel momento in cui fu catturato, Crea era considerato il reggente della cosca in quanto sia il padre Teodoro che il fratello Giuseppe erano detenuti.
L’indagine avrebbe consentito anche di fare luce sui rapporti tra la cosca di Rizziconi e quella dei Mancuso di Limbadi.
Il boss, infatti, avrebbe avuto la possibilità di trascorrere parte della sua latitanza in provincia di Vibo Valentia, zona d’influenza della cosca Mancuso.
Nell’inchiesta, per i soli reati di favoreggiamento personale e procurata inosservanza della pena, sono coinvolte anche altre sette persone.