È durata meno di due mesi la latitanza di Michelangelo Raso, 42 anni, condannato in via definitiva a 8 anni e 6 mesi di carcere per reati di armi, rapina e ricettazione.
Raso è stato arrestato mentre stava rientrando a casa, a Rosarno, a seguito di un blitz dei carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Gioia Tauro, della tenenza di Rosarno e dello Squadrone eliportato Cacciatori.
L’operazione è stata coordinata dalla Procura generale di Reggio Calabria.
Coinvolto nel 2017 nell’operazione “Recherche”, che ha riguardato la cosca di ‘ndrangheta Pesce-Bellocco di Rosarno, il quarantaduenne era irreperibile dallo scorso 16 febbraio in quanto colpito da un ordine emesso proprio dalla Procura generale reggina.
Inizialmente rifugiatosi in Francia, Raso era rientrato in Italia per procurarsi il denaro per sostenere la latitanza.
Stando alle indagini, infatti, era tornato in Calabria per vendere alcuni beni di proprietà e ricavare così nuove fonti di approvvigionamento. Il nuovo nascondiglio non è sfuggito, agli investigatori che, attraverso un’azione di controllo del territorio, non hanno mai smesso di seguirne le tracce soprattutto durante i giorni che ne hanno preceduto la cattura. In particolare sono stati accentuati i controlli nella cerchia stretta di parenti, amici e presunti fiancheggiatori esistente intorno al ricercato.
Il blitz che ha portato alla cattura di Michelangelo Raso si inserisce nell’ambito di un progetto voluto dal Procuratore generale Gerardo Dominijanni che ha rafforzato il coordinamento delle attività delle forze di polizia per la ricerca e la cattura dei latitanti destinatari di provvedimenti definitivi che, in poco tempo, ha condotto a importanti risultati. Il latitante è stato portato nel carcere di Palmi