Lucano a San Ferdinando: “La baraccopoli è uno scempio che va cancellato”

L’europarlamentare e sindaco di Riace Mimmo Lucano questa mattina ha visitato la baraccopoli nell’area industriale di San Ferdinando, nel reggino, dove risiedono i braccianti di origine africana.

Insieme a lui una delegazione formata da circa 30 persone tra esponenti dell’Anpi, di Rifondazione Comunista, Alleanza Verdi Sinistra, padre Alex Zanotelli, l’ex sindaco di Rosarno Peppino Lavorato, don Pino Demasi di Libera Calabria e il magistrato Emilio Sirianni, presente a titolo personale.

Siamo qui per sperare che ci possa essere una svolta e che questo scempio venga cancellato – ha detto Lucano. Mi sento emotivamente coinvolto perché la vita delle persone della baraccopoli si è spesso intrecciata con Riace.

Non è accettabile che nella nostra terra ci siano queste condizioni. Sono qui per ribadire che questa baraccopoli va chiusa subito. Voglio raccontare questo scempio in Europa, dirò che in Italia esistono situazioni di questo genere al limite della deportazione. In Calabria si sono tantissimi paesi abbandonati e potrebbero essere al centro di un disegno di accoglienza. Mi sono reso contro che attraverso l’accoglienza questi nostri paesi abbandonati potrebbero ritornare a vivere. Occorre un progetto più ampio nel segno della tradizione di accoglienza e del rispetto dei valori umani. Per questo stiamo per presentare un progetto di legge europeo sul tema dell’accoglienza e della residenza diffusa“.

Sono qui – ha detto Sirianniperché proprio in luoghi come questi si dà il senso della potenza dell’Europa, che non sarà mai rappresentata dai suoi eserciti, ma da un sogno di pace e dei diritti. Il sogno europeo, infatti è il riconoscimento dei diritti a tutti cominciando dagli ultimi. Sei milioni di persone continuano a rischiare la vita nelle traversate in mare per raggiungere l’Europa unico lembo di terra nel quale sono riconosciuti i diritti a tutti. Questo è il senso della bandiera dell’Europa, non certo i carri armati. Mi viene in mente che dopo 32 anni in magistratura io non so cos’è la giustizia, ma so certo cos’è l’ingiustizia ed è proprio da questa consapevolezza che si dovrebbe ricominciare“.

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