A Gizzeria è iniziata la seconda edizione degli “Stati generali del Mediterraneo” organizzati dall’Ufficio del Commissario straordinario di Governo della Zes Calabria, Giosy Romano, in collaborazione con la Regione, Unindustria Calabria e la Confederazione italiana per lo sviluppo economico (Cise).
Tema della manifestazione che si concluderà domenica è “Zes Calabria al centro del Mediterraneo”.
Obiettivo dell’iniziativa “è creare – hanno spiegato gli organizzatori – un ponte di dialogo, in un momento cruciale ma strategico per l’area del Mediterraneo, tra decisori pubblici e mondo delle imprese allo scopo di facilitare i rapporti imprenditoriali in corso e incentivarne di nuovi. Un contesto nel quale la Calabria, per la sua posizione, può giocare un ruolo fondamentale“.
“La semplificazione burocratica è la vera visione anche della politica industriale che vogliamo andare a realizzare. In tempi così risicati – ha detto Romano facendo riferimento all’autorizzazione rilasciata all’imprenditore Callipo per l’insediamento di una nuova piastra logistica per la distribuzione delle conserve alimentari in una delle aree comprese nel perimetro della Zona economica speciale – siamo riusciti a dimostrare che era possibile fare così anche qui in Calabria, come vogliamo continuare a dimostrare nel corso del tempo. L’aspetto non è quello episodico dell’autorizzazione Callipo perché deve divenire la regola. Non dobbiamo più raccontare di eccezioni ma dobbiamo rappresentare una continuità del modo di operare che deve essere connaturale allo sviluppo produttivo di un’area. Quando arriveremo a questo risultato? Io credo che non siamo lontani dal farlo“.
Per il Commissario Romano “ciascuna Zes non deve avere timore di essere in concorrenza con l’altra. Il concetto al quale fare attenzione – ha sostenuto – è che siamo tutti complementari. Il concetto di fondo è la valorizzazione delle peculiarità di ciascuna Zona economica speciale omettendo o rifuggendo dalla possibilità che il confronto sia occasione di scontro. Il confronto. al contrario, è arricchimento di ciascuno e di tutti in generale“.
“L’accesso al credito non deve essere ostacolato dalla burocrazia privata. Ci deve essere una forma di erogazione automatica del credito per effetto di una circostanza: l’autorizzazione unica rilasciata dal commissario di governo. La mia idea – ha aggiunto Romano – è che un investimento, accanto alla misura del credito di imposta che dà lo Stato, debba essere accompagnato dall’istituto bancario con l’erogazione dell’equity in maniera diretta senza un aggravio procedimentale perché l’autorizzazione unica del commissario è la garanzia per l’istituto. Non è una cosa disancorata dalla norma che prevede che nell’area in cui si fa un investimento bisogna rimanere almeno sette anni. L’autorizzazione unica rappresenta, dunque, la garanzia di permanenza. E’ una grande rivoluzione finanziaria”. Romano ha annunciato anche il rilascio dell’autorizzazione unica per l’ampliamento dello stabilimento Novartis, multinazionale leader nel settore farmaceutico nell’area Zes Campania, a Torre Annunziata. Investimento che creerà ulteriori 50 posti di lavoro per un valore di 32 milioni di euro. “Bisogna essere pronti – ha sottolineato – a cogliere e supportare le nuove sfide mettendo in pratica tutti gli strumenti normativi a disposizione per favorire sviluppo“.
DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE OCCHIUTO
“Le imprese calabresi che si occupano di edilizia faticano a volte a trovare operai per le loro imprese, mentre sulle nostre coste sbarcano tanti afghani e tanti pachistani che sono bravissimi in questo tipo di lavoro.
Un piano di attrazione degli investimenti ha bisogno anche di manodopera e di un mercato che utilizzi il lavoro che in Calabria non c’è. Lavoro per i calabresi che non ce l’hanno, ma che si apra anche alla possibilità di dare un’occupazione a tanti che vivono in altre parti del mondo. Se noi riuscissimo ad avere una migrazione da domanda, anziché da offerta, dai Paesi che si affacciano su questa sponda del Mediterraneo, potremmo utilizzare questa occasione come una possibilità di grande emancipazione sociale per tante persone che scappano dalla guerra e dalla povertà.
E faremmo anche in modo, al contempo, che le aziende italiane e straniere desiderose di insediarsi nell’area retroportuale di Gioia Tauro si possano avvantaggiare della prossimità della Calabria con questa parte del mondo“.
“Il tema principale per la Calabria è quello di riuscire ad attrarre investimenti dall’esterno. Quando il ceo di un’impresa nazionale o multinazionale propone un investimento al proprio Consiglio di amministrazione, spiegando che c’è una regione straordinaria in cui si può fare turismo 12 mesi all’anno e che ha la prima infrastruttura nazionale che è il porto di Gioia Tauro, la prima domanda che riceverà sarà sui tempi per le autorizzazioni e la realizzazione dell’investimento. Fino a oggi a questa domanda non si è riuscito a dare risposte certe in Calabria, ora invece con la Zes i tempi non solo sono certi ma addirittura dimezzati, e ciò rappresenta una leva straordinaria per ogni forma di sviluppo, un attrattore vero per le aziende.
Oggi c’è la piena coscienza da parte di tutti della centralità di un’infrastruttura come il porto di Gioia Tauro che rende la Calabria il vero hub dell’Europa nel Mediterraneo. E’ il primo scalo in Italia, per ora solo di trashipment ma siamo riusciti ad attivare l’intermodalità, collegando la Calabria con l’Italia del nord e con l’Europa, consentendo così a un’impresa di trasportare le proprie merci dall’area portuale fino a Francoforte in un giorno e mezzo. Il punto è sempre la visione che si ha di un territorio, sono convinto che la Calabria nell’immediato futuro possa vivere una stagione di forte crescita agganciandosi a centrali di sviluppo importanti come quella che sta nascendo nei Paesi del Mediterraneo.
Sarebbe un peccato se questa occasione non la cogliessimo ed è fondamentale l’indirizzo che la Zes sta assumendo, ovvero quello di investire su queste nuove rotte di sviluppo, coinvolgendo le istituzioni e gli attori economici di questi Paesi emergenti. Si tratta, dunque, di una precisa strategia che questo governo regionale sta portando avanti, con il sostegno dell’esecutivo nazionale, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria. E’ ormai diffusa la consapevolezza che un’infrastruttura come Gioia Tauro possa diventare l’interfaccia dell’Europa per l’intero bacino del Mediterraneo“.