La Polizia di Crotone ha arrestato nove persone, sette di nazionalità georgiana e due italiani, con l’accusa di avere fatto parte di un’organizzazione che favoriva il reclutamento, l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale di cittadini provenienti dalla Georgia da utilizzare come forza lavoro in condizioni di sfruttamento.
Per quattro è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per cinque i domiciliari. Gli arresti sono stati fatti dalla Squadra mobile di Crotone in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda.
Altri tre presunti appartenenti all’organizzazione criminale che si trovano all’estero, destinatari anche loro di misure cautelari, vengono ricercati con la partecipazione del personale del Servizio per la cooperazione internazionale della Polizia di Stato (Divisione Interpol.
L’operazione è stata eseguita tra le province di Crotone e Catanzaro della Squadra mobile di Crotone con il coordinamento del Servizio centrale operativo e con l’intervento, nella fase esecutiva, dei reparti Prevenzione crimine di Cosenza e Vibo Valentia.
L’indagine, iniziata nel luglio del 2022, ha consentito di individuare una struttura organizzativa stabile con al vertice una persona di nazionalità italiana che coordinava l’attività illecita attraverso tre donne di nazionalità georgiana alle quali era affidato il compito di agganciare, anche tramite annunci su Facebook e Instagram, connazionali che venivano attirate con la promessa di lavoro in Italia in cambio di una contropartita per l’intermediazione pagata direttamente dalla lavoratrice straniera al sodalizio criminale.
Individuare anche le persone che si occupavano di condurre le donne dalla Georgia in Italia, accompagnandole in alcune abitazioni nei comuni di Botricello e Cutro, in modo da essere a disposizione dell’organizzazione, oppure direttamente dai datori di lavoro, che sfruttavano le loro prestazioni lavorative eludendo ogni forma di contratto.
L’inchiesta è partita dalla denuncia di una delle ragazze georgiane che avevano fatto arrivare in Italia promettendole un lavoro.
In carcere sono finiti, Antonio Miletta, di 73 anni; Tamila Chavleishvili (30), Monika Daraselia (30), Maia Gulkhadarashvili (39); ai domiciliari: Maria Lucia (53); Otari Kogua (36); Ana Kankadze (38); Abesalomi Gogolishvili(47) e Spartak Todua (30).
Al suo arrivo era stata messa in una safe house a Botricello con altre dieci connazionali, le era stato sottratto il passaporto e chiesto 700 euro per le spese di viaggio. Inoltre, le venivano chiesti 10 euro al giorno di affitto e 2 euro a pasto. La ragazza era stata mandata poi a lavorare, senza contratto, in una famiglia di Cirò Marina. Attraverso molte intercettazione, la visione di decine di ore di filmati di videosorveglianza, pedinamenti, analisi dei siti web, localizzazione di veicoli tramite satellite, gli investigatori hanno messo in luce il modus operandi dell’organizzazione che faceva capo a Antonio Miletta il quale coordinava le attività di tre donne georgiane che da tempo erano in Calabria: Tamila Chavleishvili, Monika Daraselia, Maia Gukhadarashvili scrivevano gli annunci sui social e si occupavano della gestione delle ragazze in arrivo. Ragazze che per lavorare come badanti o cameriere senza contratto dovevano pagare 500 euro.
L’indagine ha verificato almeno una trentina di casi analoghi.
Il gip di Catanzaro ha disposto anche il sequestro di due safe house a Botricello e due a Steccato di Cutro utilizzate come base logistica in cui fare soggiornare le donne in attesa della loro collocazione lavorativa.