Cosenza. Straordinari per pulizie mai effettuate all’ospedale: 4 arresti

Quattro persone fra funzionari e dirigenti della società aggiudicataria dell’appalto delle pulizie dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza sono state arrestate e poste ai domiciliari perché accusate di truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture.

La Procura di Cosenza che ha coordinato le indagini ha anche richiesto l’interdizione dei pubblici uffici per 5 persone accusate dei reati di abuso di ufficio e falso in atto pubblico.

L’indagine ha avuto inizio nell’aprile 2018 dopo che la Procura aveva disposto un’ispezione igienico-sanitaria nei locali dell’Ospedale eseguita dai carabinieri con il supporto dei colleghi del Nas e dell’Ispettorato del lavoro. Erano emerse gravissime carenze igienico-sanitarie, tanto da determinare il sequestro di alcuni locali, sale operatorie e reparti ospedalieri.

Oltre a questo, i finanzieri hanno appurato l’indebito arricchimento per la società che si è aggiudicata l’appalto delle pulizie del nosocomio che attraverso raggiri è riuscita ad ottenere il pagamento di ore di lavoro integrative in realtà mai effettuate. La truffa ammonta ad oltre 3 milioni di euro per i quali è stato disposto il sequestro per equivalente.

Particolarmente impegnativa per gli investigatori la ricostruzione dei complessi meccanismi contabili e procedurali, attraverso i quali si è realizzato l’illecito arricchimento.

In tale attività, si è rivelato particolarmente prezioso il contributo dell’Ispettorato Territoriale Regionale del Lavoro e della Vigilanza Ispettiva INPS di Reggio Calabria, che hanno analizzato manualmente, lavoratore per lavoratore, i dati estrapolati dalle banche dati informative dell’INPS e dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che venivano comparati con quelli previsti da contratto e le ore pagate dall’Azienda pubblica. Ne emergeva un’evidente sproporzione tra le ore di lavoro effettuate dai dipendenti della ditta appaltatrice e quelle effettivamente pagate dall’Azienda Ospedaliera.

Le attività investigative – sviluppatesi con intercettazioni telefoniche, copiose acquisizioni di documentazione, escussione a sommarie informazioni del personale medico e degli addetti alle pulizie,attività condotte dai Carabinieri della Compagnia di Cosenza, corroborate da puntuali riscontri contabili e approfondimenti sul contratto stipulato e sui successivi atti amministrativi adottati, a cura dei Finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria – consentivano di far luce su ulteriori comportamenti penalmente rilevanti a discapito dell’intera comunità che si è ritrovata ad avere i locali dell’ospedale non adeguatamente puliti, per l’inadeguatezza ed insufficienza delle risorse impiegate oltre che per la carente attività di controllo.

Agli atti dell’indagine sono innumerevoli le segnalazioni redatte dei primari dei vari reparti dell’ospedale che contestavano la qualità del servizio reso.

In particolare, gli accertamenti svolti hanno evidenziato come le prestazioni di servizi di igiene e cura alla persona rese dalla società privata presso gli Ospedali cosentini, di competenza del personale “OSS”, di fatto venivano svolte, anche da personale addetto alle pulizie. Ne consegue che personale assunto per espletare servizi di pulizie veniva, almeno in parte, destinato a servizi di assistenza ai degenti, in spregio alle norme di igiene ed in violazione altresì delle norme contenute nel Codice degli appalti che prevedevano l’instaurarsi di un diverso iter amministrativo.

Da un’accurata ricostruzione delle prestazioni pagate per servizi mai resi, da agosto 2014, data di avvio delle condizioni di appalto, a novembre 2018, è stato possibile quantificare l’importo illecitamente sottratto di 3.092.416,04 Euro. A questa somma va aggiunta quella ulteriore di circa 1.300.000 euro, determinata da fatture, non ancora pagate, in ordine alle quali la società ha avanzato azione civile esecutiva nei confronti dell’Azienda ospedaliera.

Parallelamente, è stata riscontrata anche una responsabilità per gli stessi pubblici ufficiali che, senza controllare in alcun modo l’effettività delle prestazioni rese e neppure la documentazione a supporto dello svolgimento dei servizi espletati, hanno liquidato le fatture per servizi non resi.

Ritiene, al riguardo, questa Procura che il comportamento, penalmente sanzionabile, dei funzionari e dirigenti pubblici indagati, sia nella fase di contrattazione e predisposizione dell’appalto, sia nella esecuzione dello stesso,sia essenziale ed imprescindibile ai fini della realizzazione dell’illecito arricchimento in contestazione.

Questa Procura ritiene che gli elementi accusatori al riguardo siano gravi, univoci e concordanti, tanto da avanzare la richiesta interdittiva su cui il Gip, all’esito del già disposto interrogatorio, dovrà pronunciarsi.

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