Un centinaio di cittadini si sono ritrovati questa mattina a Cosenza davanti alla statua di Giacomo Mancini per protestare contro la decisione del sindaco Franz Caruso di rimuoverla e destinarla in un’altra collocazione.
La statua, realizzata in bronzo dal maestro Domenico Sepe, attraverso un finanziamento collettivo al quale avevano partecipato anche attuali rappresentanti della maggioranza del sindaco Caruso, tra cui Pina Incarnato attuale assessore all’urbanistica di Cosenza e appartenente al Partito socialista, era stata collocata e inaugurata nel 2022 per celebrare i venti anni dalla scomparsa di Mancini. All’inaugurazione aveva partecipato anche il sindaco Caruso.
“Un atto ignobile, violento, volgare, offensivo – ha detto il nipote Giacomo Mancini jr. Ho finito gli aggettivi per trasmettere e comunicare la nausea che noi, la Fondazione, i socialisti, i cosentini, i calabresi hanno registrato da quando è uscita questa disposizione di sfratto inviata via pec, una pec firmata il 2 gennaio. Non c’è un motivo, un motivo valido, nĂ© amministrativo nĂ© politico, è soltanto una vile azione per fare violenza di una storia, una storia apprezzata da tutti i cosentini, da tanti calabresi e per sradicare dal luogo piĂą simbolico un simbolo che in soli due anni è diventato un punto di riferimento per tanti cittadini e tante cittadine.
Temo che a muovere la mano del sindaco della cittĂ sia stata un’avversione contro la mia persona, per aver mosso delle critiche a questa amministrazione. Ognuno può avere legittimi punti di vista ed è legittimo ed è democratico che ognuno gli esprima. Anzi, dal confronto possono migliorare poi anche le condotte amministrative, ma non si può mettere in discussione il rispetto della storia, il rispetto per uno tra i simboli piĂą belli, piĂą considerati, che rappresenta una personalitĂ che a distanza di tanto tempo è ancora tanto stimata e tanto apprezzata e così considerata da tanti cosentini e non solo cosentini“.
LETTERA APERTA DI MARIO OLIVERIO
Caro Giacomo,
ti ringrazio per l’invito a partecipare al flashmob di sabato 18 gennaio. Ho giĂ avuto modo di esprimerti incredulitĂ e stupore quando ho appreso la notizia della rimozione della statua dedicata a Giacomo Mancini, collocata appena qualche anno fa, non a caso, all’inizio di Corso Mazzini, nello spazio antistante al Comune di Cosenza di cui è stato, per dieci anni, autorevole Sindaco. Trattandosi di un’opera rappresentativa di un calabrese illustre, una personalitĂ di primo piano nella storia dell’Italia repubblicana, un grande Socialista, che ha svolto importanti ruoli politici, Istituzionali e di Governo del Paese, mi piace ricordare che la scelta di allocare la statua nel posto in cui si trova oggi fu non solo largamente condivisa, ma furono anche apprezzate le motivazioni che erano alla base di quella scelta. Come per tutti i monumenti dedicati a grandi personalitĂ , anche i luoghi dove sono collocati hanno un significato ben preciso, legato alla loro opera ed al loro rapporto con la comunitĂ . L’ annunciata volontĂ di rivedere quella scelta e la decisone di spostare la statua in altro luogo, distante e staccato da Palazzo dei Bruzi, ovvero dalla massima Istituzione della CittĂ , risulta per questo incomprensibile ed ingiustificata. E le motivazioni addotte non giustificano questa decisione.
Confesso che nel leggere la notizia su un giornale locale ho pensato si trattasse di una fake, messa in circolazione per screditare il protagonista dell’iniziativa, a cui mi permetto, disinteressatamente e sinceramente, di consigliare un supplemento di distaccata, intelligente e lucida riflessione.
Mi preme anche precisare che Giacomo Mancini non ha bisogno di difensori post mortem, né io mi sento tale. Anche perché la sua opera di Ministro e di Sindaco di Cosenza, costituisce un patrimonio che i cosentini ed i calabresi ricordano positivamente anche al di là delle appartenenze politiche.
Con amicizia
Mario Oliverio