Si è tenuta questa mattina nella Questura di Cosenza una conferenza stampa convocata per fare il punto sul rapimento durato qualche ora della piccola Sofia, la neonata sottratta con l’inganno alla madre ieri pomeriggio alla clinica Sacro Cuore di Cosenza e ritrovata a Castrolibero.
A rapirla una coppia, lei Rosa Vespa 51 anni di Cosenza e lui Acqua Moses, di 43 anni, senegalese, sottoposti a fermo dalla Polizia.
All’incontro con i giornalisti hanno partecipato – tra gli altri – il questore Giuseppe Cannizzaro, il capo della Squadra mobile di Cosenza Gabriele Presti e il vice commissario della Squadra Mobile Claudio Sole che ha riconsegnato la piccola ai genitori dopo il ritrovamento.
La neonata sequestrata è stata una “vittima casuale” – ha spiegato il capo della Squadra mobile ai giornalisti – dal momento che nessun contatto è emerso tra la famiglia della piccola e i coniugi che sono stati sottoposti a fermo.
Ha aggiunto che le indagini si concentreranno anche sulla sicurezza del punto nascite della clinica Sacro cuore dove il rapimento è avvenuto. Ricostruendo quanto accaduto, Presti ha riferito che la donna fermata, Rosa Vespa, ha detto alla mamma della neonata di essere una puericultrice e inoltre indossava la mascherina. Questo ha fatto guadagnare tempo alla coppia. “E’ oggetto di accertamento se abbia o meno bussato ad altre stanza ma di certo è rimasta diverso tempo all’interno della struttura – ha aggiunto – e ci sono indagini anche per capire se avesse fatto sopralluoghi nei giorni precedenti dopo che sarebbe emerso che ieri avrebbe stazionato per diverse ore nelle vicinanze della clinica“.
Riguardo alla figura del marito di Rosa Vespa, Acqua Moses, apparso ignaro di quanto realmente era accaduto ad alcuni investigatori, Presti ha riferito che la “posizione del marito è da stabilire, ma sicuramente era presente nel momento dell’atto“. Il capo della Squadra mobile ha quindi sottolineato che “descrizioni, servizi di video sorveglianza e conoscenza approfondita del territorio sono stati gli elementi che hanno portato alla risoluzione del caso”
“Non è una situazione che deve allarmare la città e le mamme – ha detto il questore di Cosenza Giuseppe Cannizzaro incontrando i giornalisti. Non c’è in giro qualcuno che rapisce bambini. Quindi rassicuriamo la città che non c’è una situazione di pericolo. E’ un episodio singolo, circoscritto immediatamente e risolto in brevissimo tempo grazie alla grande professionalità del personale della Polizia di stato. Ieri sera tutta la questura di Cosenza era sulla strada e non c’era un agente, anche libero dal servizio, che non fosse in giro e alla ricerca della piccola. Il lavoro investigativo della Squadra mobile con supporto delle volanti e degli altri colleghi ha consentito il risultato“.
Sulla donna che ha rapito la neonata a Cosenza gli esperti effettueranno una valutazione psicologica – ha aggiunto Presti rispondendo alle domande dei giornalisti. La donna, che subito dopo l’irruzione della polizia nell’appartamento nel quale vive con il marito e dove stavano festeggiando l’arrivo di quello che avevano detto essere il loro figlio, si era chiusa in un mutismo totale
“Ha cercato di giustificarsi con vicissitudini della propria vita. Subito – ha detto Presti – hanno provato a mitigare, giustificando il fatto con gravidanze che non erano andate a buon fine“.
Il capo della Mobile ha spiegato che le indagini proseguono per approfondire tutti gli aspetti ed anche eventuali altri tentativi dei due di mettere in atto il piano del sequestro di un neonato.
Rosa Vespa ha simulato per nove mesi la gravidanza e l’8 gennaio scorso aveva annunciato la nascita di un maschietto, Ansel, con un post su Facebook. Quando gli agenti sono entrati nella casa della coppia, a Castrolibero, hanno trovato i due intenti a festeggiare insieme ad alcuni parenti l’entrata in casa del neonato e avevano vestito la piccolina come un maschietto.
Riguardo alla festa in corso nel loro appartamento, Presti l’ha definita una “pantomima” iniziata con la gravidanza simulata portata avanti per nove mesi e l’annuncio sui social della nascita del loro primogenito Ansel.