CATANZARO. AUTONOMIA DIFFERENZIATA: PRESIDENTE ANCI E SINDACI CALABRESI A CONFRONTO

Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, ha partecipato all’incontro sull’Autonomia differenziata che si è svolto questo pomeriggio al Complesso Monumentale del San Giovanni a Catanzaro.

All’evento hanno preso parte anche il sindaci di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Crotone, Nicola Fiorita, Franz Caruso, Giuseppe Falcomatà e Vincenzo Voce.

DICHIRAZIONI DI ANTONIO DECARO

E’ importante il messaggio che i sindaci si mettano insieme e ragionino su questo tema che oggi non è ancora nella percezione dei cittadini. Il fatto che gli amministratori locali ne parlino credo sia qualcosa di rilevante.

Per noi è importante che siano e tutelate le funzioni dei Comuni e che sia tutelato il cittadino nel proprio diritto e che, se si deve fare l’autonomia differenziata, una scelta che spetta al governo, siano assicurate le risorse per i livelli essenziali delle prestazioni.

Tutto questo proprio per permettere ai cittadini, indipendentemente dal luogo dove vivono e secondo i dettami della Costituzione, di avere gli stessi servizi. I servizi non possono cambiare a seconda del territorio perché ci sono territori come quello dove vivo io che già scontano la spesa storica e che quindi hanno servizi inferiori a quelli di altre regioni del nostro paese e di altri territori. Il rischio è quello di aumentare questo divario.

Personalmente, e indipendentemente dal mio ruolo di presidente dell’Anci che rappresenta tutti i sindaci che, come sapete, hanno posizioni anche diverse sull’autonomia differenziata, ero proprio contrario alla modifica del Titolo V che è stata fatta diverso tempo fa e che è stata fatta dalla mia parte politica.

Se non avessero fatto quell’errore all’epoca probabilmente oggi non staremmo parlando di autonomie differenziate e non ci saremmo posti problema di un futuro che può vedere un’Italia ancora più frammentata.

Oggi abbiamo la necessità di tutelare alcuni territori che sono fragili e che rischiamo di renderli più fragili.

Siamo preoccupati per diversi motivi, il primo dei quali e perché sembra che siano assegnate alle Regioni delle funzioni di carattere amministrativo, che normalmente competono ai Comuni, e non delle funzioni di carattere legislativo o programmatorio che sono le funzioni loro tipiche. Rischiamo così un proliferare anche di agenzie ed enti con il risultato di complicare anche il rapporto con i cittadini.

Contemporaneamente i lep, i livelli legati alle prestazioni, devono essere finanziati e ad oggi c’è uno studio che è stato fatto sui lep dal punto di vista giuridico normativo ma non dal punto di vista economico e finanziario.

I comuni la perequazione l’hanno fatta superando la spesa storica. Adesso, però, ci chiediamo come sarà possibile finanziare 50-80 miliardi di euro, come sostiene qualcuno, per finanziare i livelli legati alle prestazioni. La nostra paura è che, se non si interviene sui Lep con risorse aggiuntive, si rischierà di far diventare più ricco chi era più ricco e più povero chi era più povero.

Credo che la decisione relativa ad un intervento infrastrutturale che interessa i territori debbano deciderlo i territori, indipendentemente da quello che pensa il governo.

Non ho visto il documento rispetto alla possibilità di finanziare il Ponte sullo Stretto con finanziamenti che erano legati alle Regioni ma credo che siano i territori a dover decidere se quel collegamento infrastrutturale per loro è un collegamento importante.

Normalmente le decisioni sulle infrastrutture spettano alle Regioni e allo Stato. La scelta toccherà quindi ai territori senza intaccare le risorse quelle che servono a quelle quelle aree che hanno necessità di svilupparsi.

DICHIRAZIONI NICOLA FIORITA

Non si tratta sicuramente né della nascita di un partito dei sindaci, né di un’iniziativa volta ad assumere un posizionamento politico. Piuttosto intendiamo lanciare un tema centrale che riteniamo, potenzialmente, come la pietra tombale di ogni prospettiva di sviluppo del Sud perché ispirato alla filosofia del dare di più ai ricchi e del comprimere le risorse a disposizione del Sud.

Il senso di questa iniziativa e mettere insieme i sindaci che sono le sentinelle, gli avamposti dei territori che della comunità tutta a prescindere dai colori politici devono curare gli interessi metterli al centro di un dibattito politico anche alla luce i prezzi di posizioni così autorevoli come quelle del presidente della Regione che dicono che per come si sta sviluppando e cioè senza aver definito prima i lep autonomia differenziata sia da rigettare in toto“.

DICHIRAZIONI VINCENZO VOCE

Questa riforma allontanerà ulteriormente le due Italie che già esistono. E noi sindaci lo diciamo perché viviamo la quotidianità di alcune situazioni politiche sociali come la mancanza di lavoro“.

DICHIRAZIONI FRANZ CARUSO

E’ importante vedere quattro sindaci coesi e uniti a rappresentare una posizione di difesa del Sud rispetto ad un’ipotesi scellerata di divisione della del territorio in 20 piccole repubbliche. La riforma del titolo V del 2001 non ha fatto bene alla nostra al nostro Paese – ha aggiunto – e lo dico da uomo di sinistra ma il ddl Calderoli acuirà ancora di più differenze, contrasti e divisioni“.

DICHIRAZIONI GIUSEPPE FALCOMATA’

Sarebbe banale definire l’autonomia differenziata un tema squisitamente del Sud. Questa iniziativa legistaltiva spacca in due il Paese e un governo che parla sempre di tricolore sul petto e dell’importanza dell’unità nazionale sinceramente dovrebbe porsi il problema di come si correrà il rischio di allargare il divario che c’è tra il nord e il sud“.

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