I funerali del professore Giuseppe Profiti, manager della sanità e commissario di Azienda Zero in Calabria, sono stati celebrati questa mattina alle 11.00 nella Basilica dell’Immacolata a Catanzaro, sua città di origine.
Profiti è morto all’età di 62 anni lo scorso 10 agosto in Puglia dove si trovava per trascorrere qualche giorno di vacanza.
Numerose le presenze alle esequie – celebrate in un clima di profonda commozione da don Salvino Cognetti – oltre ai famigliari, parenti, amici di infanzia, collaboratori e cittadini, erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto; il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli ed il presidente del Consiglio regionale calabrese Filippo Mancuso.
Profiti dopo essersi laureato a Genova aveva ricoperto importanti incarichi nel settore sanitario ligure, successivamente aveva assunto il ruolo di presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Dal 2022 era tornato nella sua regione, la Calabria, su invito del governatore Roberto Occhiuto impegnandosi nella realizzazione di Azienda Zero, l’ente che governa la sanità in Calabria.
A luglio scorso, assieme al presidente Occhiuto, aveva presentato la nuova rete ospedaliera e territoriale in Calabria.
LE DICHIARAZIONI DI OCCHIUTO
“Grazie Pino per quello che hai fatto in Calabria e grazie, soprattutto, per quello che ci hai insegnato”.
“Pino Profiti ha lasciato un segno indelebile, ha lasciato una strada che noi percorreremo perché lui ha insegnato a ciascuno di noi come si possa avere il coraggio, la passione per lavorare anche in condizioni difficili ma sempre con grande umiltà, l’umiltà di chi approfondisce ogni cosa. Credo sia doveroso intervenire come presidente della Regione per ringraziare Pino per il lavoro straordinario che ha svolto in questo ultimo anno. Attorno a lui avevo costruito la riorganizzazione del settore in Calabria”.
“Da subito fui subito colpito dalla sua intelligenza e dalla sua straordinaria ironia. Noi ci prendevamo in giro vicendevolmente sui nostri brutti caratteri. Mi arrabbiavo con lui quando mi ricordava troppo spesso Genova, eppure lui aveva un rapporto fortissimo quasi ancestrale con Catanzaro. Mi ricordo che una volta gli dissi di averlo scelto perché lo consideravo il ‘Maradona della sanità’ e lui rispose ‘no io sono il Palanca della sanità’. Stava preparando il suo compleanno ma stava preparando soprattutto la sua partecipazione alla partita di esordio del Catanzaro in serie B, una promozione che ha vissuto quasi come viveva i suoi personali successi nella sanità”.
“Aveva un’intelligenza straordinaria e una capacità altrettanto straordinaria di coltivare il dubbio. Nonostante la sua intelligenza. Mi capitava talvolta di chiedergli di parlare di un particolare fatto, di un ospedale o di una situazione di un’azienda sanitaria e, quando lo facevamo, si presentava con un dossier con tutti i dati sulla produttività. Aveva una creatività straordinaria e spesso facevamo a gara a pensare a cose che potevano essere utili per riorganizzare la sanità in Calabria”.