Nell’ambito di un’operazione della Dia i Carabinieri, gli uomini della Penitenziaria e della Guardia di Finanza, coordinati dalla Dda di Milano, hanno eseguito nelle provincie di Milano, Monza Brianza, Pavia, Varese, Novara, Alessandria, Messina e Foggia misure cautelari nei confronti di diciotto soggetti, ritenuti vicini alla cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti, accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e di numerosi reati economico – finanziari.
Arrestato anche il medico Giovanni Morabito, 59 anni, figlio di Giuseppe Morabito storico “capo Crimine” della ‘ndrangheta in Lombardia detto ‘U Tiradrittu’ detenuto al 41bis, non coinvolto nell’odierna operazione.
Tra i reati contestati anche frodi ai contributi Covid e all’Ecobonus i cui proventi erano destinati ad agevolare le attività della cosca lombarda.
Inoltre dall’ordinanza emerge un incontro per la spartizione dei profitti del business dei rifiuti di sei gruppi costituiti da persone legate alle cosche di ‘ndrangheta Alvaro, Mancuso, Piromalli, Bellocco e, ovviamente, Morabito svolto il 26 giugno 2020 negli uffici di via Vittor Pisani, usati dal “gruppo” di Giovanni Morabito come base delle attività illecite, a due passi dalla stazione Centrale di Milano.
Per sette persone è stata disposta la misura restrittiva in carcere, per quattro agli arresti domiciliari, per tre l’obbligo di dimora e per quattro l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Numerosi sono anche gli indagati in stato di libertà, ben 68, tra i quali anche molti cosiddetti “colletti bianchi”.
I Carabinieri del Comando provinciale di Monza con il supporto del Nucleo investigativo centrale della Polizia Penitenziaria e delle unità cinofile anti-valuta della Guardia di Finanza hanno effettuato, anche, numerose perquisizioni in abitazioni ed aziende risultate nella disponibilità dei soggetti coinvolti.
L’inchiesta ha permesso di scoprire due filoni di attività illecite: un ampio ventaglio di frodi commerciali e finanziare ed un ingente traffico di sostanze stupefacenti ed estorsioni.
Secondo le accuse, i due filoni delle attività illecite erano entrambi diretti dal medico Giovanni Morabito collaboratore di alcune Rsa milanesi, già condannato in via definitiva per traffico di sostanze stupefacenti.
Nel settore di illeciti commerciali e finanziari, in particolare, sono stati denunciati professionisti – commercialisti, tecnici e legali, ma anche imprenditori titolari nel centro di Milano di diverse società di consulenza e portatori del necessario ‘know how’ tecnico- giuridico – tutti residenti e operanti nel Nord Italia, che eseguivano consulenze e pratiche per le numerose attività truffaldine.
Accertata un’ampia gamma di frodi commerciali, fiscali e finanziarie ai danni dello Stato anche tramite finanziamenti europei. Tra queste anche l’organizzazione di truffe aggravate ai danni dello Stato, dirette al conseguimento di finanziamenti ed erogazioni previste dalle norme Covid 19. Le indagini hanno, da un lato, accertato l’effettiva percezione di tali somme, dall’altro evitato, tramite la tempestiva attivazione delle competenti autorità, l’indebita erogazione di somme e di benefici economici – nella forma del finanziamento garantito e del credito d’imposta – per circa 2 milioni di euro, per i quali era già stata depositata la prevista documentazione.
L’organizzazione avrebbe anche reinvestito il provento dei reati nella creazione di nuove società commerciali che avrebbero operato in settori quali quello edile, anche sfruttando i benefici dell’Ecobonus, oppure nel settore della raccolta e del riciclaggio dei rifiuti, del commercio di carburante e della grande distribuzione.
Per quanto attiene, invece al filone, del traffico di droga le indagini hanno permesso di accertare che una delle basi logistiche era Paderno Dugnano, nel milanese e documentare innumerevoli compravendite di stupefacente, per un totale di 50 kg di eroina, 150 kg marijuana e circa 50 kg di hashish, provenienti anche dalla Spagna, dall’Austria e dall’Albania.
Accertata anche l’apertura di un canale di vendita di cocaina proveniente dal Perù e dal Brasile e destinata ai membri di una nota famiglia di ‘ndrangheta.
La lunga indagine ha permesso, inoltre, l’arresto in flagranza di un “corriere” e di sequestrare 5 kili di eroina, destinata al mercato calabrese.
La Dda aveva chiesto al gip l’applicazione di 65 misure cautelari per altrettanti indagati, tra cui 41 richieste di carcere, inoltre non è stata riconosciuta dal Gip, neanche per Giovanni Morabito, l’accusa di associazione mafiosa, ma solo quella di associazione per delinquere con la finalità di agevolare la ‘ndrangheta.