OPERAZIONE “PAREPIDEMOS”: ESTRADATI DUE SOGGETTI ARRESTATI FRANCIA

Ieri mattina, al termine delle procedure di estradizione avviate dalla Francia, sono giunti all’aeroporto di Roma Fiumicino 2 dei cittadini afghani, arrestati lo scorso 6 giugno in Francia, nell’ambito dell’operazione denominata “Parepidemos”, accusati a vario titolo di favoreggiamento pluriaggravato dell’immigrazione clandestina e di esercizio abusivo dell’intermediazione finanziaria.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, e condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria con l’ausilio dei canali di cooperazione internazionale – Europol ed Eurojust – avrebbe permesso di definire una filiera criminale di immigrazione clandestina localizzata in Turchia, Italia, Francia e Germania e di ricostruire i ruoli dei soggetti coinvolti, tutti di origine afgana.

Uno degli afgani nei cui confronti è avvenuta la consegna, un 40enne residente in Francia, viene considerato dagli inquirenti il principale indagato. Secondo le indagini l’uomo avrebbe assunto il ruolo di promotore, organizzatore e autista del gruppo di trafficanti.

L’inchiesta è iniziata nell’ottobre 2020 a seguito dell’innalzamento del numero di sbarchi di clandestini registrato sul litorale reggino, in particolare sulla costa ionica. L’attenzione degli investigatori si era concentrata in particolar modo sui movimenti dei migranti successivi allo sbarco, quando – in ragione dell’allora vigente emergenza epidemiologica – venivano posti in isolamento fiduciario presso i centri di contenimento sanitario temporaneo.

Gli accertamenti investigativi, disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina, hanno consentito di registrare i movimenti del 40enne, mentre, a Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria, a bordo di un furgone con targa transalpina, avrebbe fatto salire sul mezzo 10 connazionali. Le indagini avrebbero permesso agli inquirenti di ricostruire l’intero percorso affrontato dall’afgano che insieme agli altri connazionali, avrebbe percorso l’intero territorio italiano, facendo tappa in Abruzzo, in Lombardia e in Liguria, per poi lasciare i migranti in montagna, a pochi chilometri di distanza dal confine, ed uscire dal territorio nazionale dal valico del Frejus (la galleria a pedaggio che collega la Francia con l’Italia).

I Carabinieri di Susa, prima che l’afgano facesse ingresso nel traforo del Frejus, avevano controllato lo straniero che risultava essere l’unico occupante del mezzo. Durante l’ispezione del furgone, i militari avevano rinvenuto, sui sedili posteriori, alcuni bagagli contenenti pannolini per bambini ed altri vestiti non appartenenti all’indagato e scoperto la presenza di un vano, creato ad hoc nella parte posteriore del mezzo, per nascondere le persone.

In seguito ad una segnalazione inserita nella Banca dati Schengen la Polizia francese aveva arrestato il 40enne afgano sorpreso mentre travalicava il confine con sei connazionali clandestini.

Per quanto riguarda il secondo uomo, nei cui confronti è avvenuta ieri la consegna all’Italia, dalle indagini sarebbe emerso che avrebbe rivestito il ruolo di “intermediario tra il passeur e i parenti dei trasportati“.

Le circostanze con cui i migranti hanno raggiunto la destinazione ambite ha portato la Procura reggina a contestare le aggravanti, confermate nel provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari, di avere esposto le persone trasportate a pericolo per la loro vitaavendoli abbandonati in una zona di montagna, al freddo ed alle intemperie, su sentieri scoscesi ed impervi – e quella di aver commesso il fatto sottoponendo i trasportati a trattamento inumano e degradante – nascondendoli nel furgone.

La sinergia investigativa tra i reparti dell’Arma dei Carabinieri e la Polizia estera, in costante raccordo operativo con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia ha ulteriormente confermato come la fattiva e intensa collaborazione investigativa tra forze di polizia sia stata fondamentale nell’individuazione dell’attività criminale di immigrazione clandestina sul territorio continentale.

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