MORANO – Il sindaco Nicolò De Bartolo, ha inviato nella mattinata di ieri 5 novembre una dura lettera di protesta al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, in merito al collocamento della Calabria in zona rossa.
“Illustre Presidente –scrive De Bartolonella missiva – con sommo stupore ho appreso ieri sera dal suo discorso alla nazione, circa il collocamento della Calabria nella cosiddetta Zona Rossa. L’atto specifico, emesso dal Ministro della Salute, applica le forti restrizioni sancite dal Dpcm 03/11/2020 a tutto il territorio calabrese, condannando irreversibilmente questa terra già gravemente umiliata e offesa da decenni di incuria. Alla luce dei dati attuali che descrivono l’andamento dell’epidemia in Calabria la sua iniziativa è non solo immotivata, ma appare irrazionale e, me lo lasci dire, fortemente viziata da pregiudizi di carattere politico.
Non sono un tecnico e non mi spingo a commentare la curva e i numeri. E tuttavia non posso esimermi dal farle notare come altre aree del Paese, ad esempio, la Campania, ove la situazione è molto grave e la circolazione del virus è altissima, sia considerata Zona Gialla, ovvero a basso/moderato rischio. Assurdo!!! La Calabria, dati ufficiali, si posiziona al quart’ultimo posto per numero di persone malate di coronavirus dall’inizio della epidemia. Ieri erano in totale 1893, mentre in Campania 54488. Nella triste classifica dei territori più contagiati, ben sedici regioni precedono la Calabria.
I fattori che hanno determinato la Sua scelta, è stato spiegato, sono diversi e attengono alla qualità del sistema sanitario locale. Ma allora le chiedo: è giusto che i calabresi paghino per la manifesta incapacità di gestire la sanità calabrese, commissariata da anni e quindi sotto la diretta responsabilità del Governo centrale? I calabresi non possono e non devono essere penalizzati per colpe che non le appartengono. Faccia un passo indietro, sig. Presidente, e restituisca la sanità agli uomini e alle donne che conoscono questa terra; ma si affretti prima che sia tardi. Ritiri il decreto Calabria e annulli il lockdown totale! Ponga fine a questa squallida agonia. Non sancisca per decreto la nostra morte per asfissia economica prim’ancora che sanitaria.
Verifichi con i suoi apparati se e come funzionano le Unità Speciali Continuità Assistenziale, la cui fondazione era stata ordinata dalla compianta presidente, l’On. Iole Santelli, il 15 marzo scorso, ma che le Aziende Sanitarie Provinciali hanno istituito solo sulla carta. Verifichi come mai al distretto Pollino non è stata assegnata nessuna USCA e invece al confinante distretto Esaro addirittura due, entrambe dislocate nel comune di San Marco Argentano. I centri del Pollino hanno forse minore dignità?
Solo il 28 ottobre scorso l’ASP Cosenza si è preoccupata di pubblicare un avviso pubblico, per la verità troppo generico, finalizzato al reclutamento di medici da assegnare alle USCA. L’adagio “meglio tardi che mai” suona male ed è disdicevole il solo pensiero che qualcuno abbia immaginato di sprecare tanto tempo prezioso per correre ai ripari.
E’ chiaro che le ragioni del lockdown a danno della Calabria dipendono dal palese fallimento della struttura commissariale. Che ora lei ha perfino potenziato. Il periodo estivo durante il quale si sarebbe potuto e dovuto adeguare gli ospedali, aumentare il personale medico e paramedico, incrementare i posti in terapia intensiva e rianimazione, dotare di strumenti e apparecchiature i reparti, ecc. è trascorso, ahinoi, senza nulla sortire di quanto utile e indispensabile le contingenze richiedono. Si è lasciato trascorrere inoperosi i giorni e i mesi, per poi ritrovarsi in condizioni peggiori di prima. Non crede che i buoni vacanza, gli aiuti per l’acquisto di monopattini e biciclette ai quali molte energie e risorse sono state dedicate avrebbero potuto attendere momenti più favorevoli?
Rimuova immediatamente i responsabili dello scempio Calabria; i livelli gerarchici su cui intervenire le sono noti. Eppoi, la prego, non consenta ulteriori sbarchi e ingressi nel Paese da aree massacrate dal Covid. Perché sa bene che l’indice Rt alla punta dello Stivale è schizzato in alto esattamente per la presenza di migliaia di clandestini approdati sulle coste calabre.
So che i suoi impegni non le consentiranno di rispondere a questa mia. Sappia che se lo facesse darebbe maggior smalto e senso all’azione di un sindaco che ama la propria terra e la difende senza indugi, sognando una società equa e affrancata dall’ipocrisia del potere. Bene faranno gli amministratori che manifesteranno civilmente il loro dissenso.
Non sancisca per decreto la morte della Calabria.”.