Il parroco di Bonifati don Guido Quintieri interviene con una note a due giorni dall’aggressione subita domenica sul sagrato della Chiesa del Rosario.
IL MESSAGGIO DEL SACERDOTE
Domenica scorsa invitavo a non “farci rubare la gioia”.
Ribadisco questo invito innanzitutto alla comunità Parrocchiale di Bonifati che ringrazio per la vicinanza e solidarietà espressami in tutti i modi. Persone generose, dalla fede autentica che sa andare oltre i soliti stereotipi di una religiosità intrappolata da percorsi processionali o di come le statue debbano affacciarsi alle finestre delle case. Una comunità che sa comprendere le fragilità di chi, purtroppo, si è lasciato vincere dalle dipendenze, per questo ciò che conta, oltre alla denuncia di questi mali come ricordavo il Venerdì Santo, per chi crede è la preghiera, prima fra tutte l’Eucarestia che intendo celebrare proprio per colui che non consapevole del gesto si è lasciato vincere dalla violenza causata da questi mali endemici. Probabilmente la reazione violenta nei miei confronti sarà scaturita da un mancato affaccio della statua alla finestra della propria abitazione, come dicevo sopra, personalmente non vado a rintracciarne i motivi ed invito a fare altrettanto. Abbiamo bisogno di gesti concreti di speranza, perché essa “va organizzata” come ci ha insegnato Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo che stiamo vivendo. Sono convinto che il primo gesto concreto per organizzarla è il perdono. Non dobbiamo avere paura di nascondere le nostre fragilità per timore che venga rovinata la reputazione di un luogo, ma saperle riconoscere e cercare di curarle con l’impegno di tutti, nessuno escluso. Una comunità esente da fragilità e piaghe non esiste. Voglio ringraziare tutti per le espressioni di solidarietà e di vicinanza, primo fra tutti il mio Vescovo Stefano e l’intero presbiterio diocesano. Vi assicuro che sentire la vicinanza di tanti amici e conoscenti vicini e lontani mi ha aiutato molto. Invito infine i giornalisti a non cedere alla tentazione di strumentalizzare questi fatti di cronaca semplicemente perché attirano l’attenzione dei lettori. Sono stato educato e formato alla bellezza e sono anch’io fermamente persuaso che organizzare la speranza significa anche riconoscere e condividere il bene ed il bello, perché solo quando questo farà più notizia della violenza ci ritroveremo a sperimentare una comunità più bella e fraterna.
don Guido
Anche la Diocesi di San Marco Argentano-Scalea, con una nota, ha espresso solidarietà e vicinanza a don Guido Quintieri per quanto avvenuto.
NOTA STAMPA DELLA DIOCESI DI SAN MARCO ARGENTANO
Nei giorni scorsi, al termine della celebrazione della Messa sul sagrato della chiesa del Rosario, don Guido Quintieri, parroco di Bonifati, è stato vittima di un’aggressione.
Un gesto grave che ha scosso profondamente la comunità parrocchiale e tutta la cittadinanza.
Durante le celebrazioni della Settimana Santa, don Guido aveva avuto il coraggio di denunciare, con parole chiare e ferme, le difficoltà e le ferite sociali che segnano quella piccola comunità. La sua voce si è levata contro l’indifferenza e il silenzio, richiamando tutti alla
responsabilità, alla solidarietà e al rispetto della dignità di ogni persona. Il Vescovo della Diocesi, mons. Stefano Rega, a nome proprio e dei confratelli sacerdoti, esprime piena solidarietà a don Guido e alla comunità parrocchiale, manifestando vicinanza e sostegno in questo momento di prova. Nel condannare fermamente ogni forma di violenza, mons. Rega richiama il valore irrinunciabile della pace e della concordia, ricordando che ogni gesto, ogni parola, ogni azione deve essere seminatrice di riconciliazione e di speranza.
Il Vescovo invita a pregare anche per chi ha compiuto l’aggressione, riconoscendo in quel gesto un momento di profonda fragilità e bisogno di misericordia.
“Continuiamo a camminare insieme come comunità che crede nella forza del Vangelo e nella luce della carità”, è l’invito di Mons. Rega.
San Marco Argentano, 29 aprile 2025