Fratellini di Paola ricoverati a Cosenza. Trovata arma ad aria compressa in casa del padre, madre e nonna nominano consulente

I carabinieri della Compagnia di Paola hanno sequestrato un’arma ad aria compressa nell’abitazione del padre biologico dei due fratellini ricoverati nell’ospedale di Cosenza per presunti maltrattamenti.

Il sequestro è stato operato nell’ambito degli accertamenti svolti dall’Arma dopo che mercoledì scorso Vincenzo Rubano, giornalista Mediaset, aveva denunciato di aver udito spari nei pressi dell’abitazione dell’uomo mentre, con un’altra troupe televisiva della Rai, cercava di ottenere da lui un’intervista.

Al momento non ci sono persone indagate e non è possibile accertare se l’arma sequestrata abbia sparato in quella occasione.

Per i presunti maltrattamenti sono indagate la madre e la nonna dei bambini. L’avvocato difensore, Francesca Cribari, ha nominato il criminologo Sergio Caruso come Consulente Tecnico di Parte (CTP).

Caruso vanta un’esperienza consolidata come consulente tecnico in numerose indagini, anche di rilevanza nazionale, in cui aspetti psicologici e investigativi si intrecciano.

Il mio compito – dichiara il Prof. Caruso – sarà quello di ricondurre questa vicenda nei binari della razionalità e dell’analisi scientifica. Non possiamo permetterci di cedere a interpretazioni frettolose o a letture emotive. Attraverso uno studio rigoroso delle prove e delle dinamiche familiari, distingueremo con chiarezza tra ipotesi e certezze. Lavorerò in stretta sinergia con l’Avvocato Francesca Cribari e il Dott. Sbano, garantendo un’analisi meticolosa e fondata su evidenze scientifiche verificabili e prive di ambiguità. Ringrazio entrambi per la fiducia riposta nel mio operato e per la professionalità con cui stanno affrontando questa delicata vicenda. In contesti così sensibili, dove l’emotività può distorcere la percezione dei fatti, è essenziale adottare una metodologia rigorosa e scientifica. Il nostro obiettivo è fare piena luce sulle reali responsabilità e offrire una lettura chiara e oggettiva dei fatti contestati. Questo diventa – sottolinea nelle conclusioni – ancor più cruciale quando i riflettori dei media amplificano il tutto, rischiando di trasformare le prove oggettive in processi mediatici sommari, che possono influenzare la percezione pubblica e compromettere il giusto corso della giustizia“.

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