Nella provincia di Cosenza i carabinieri su richiesta della procura di Castrovillari hanno eseguito due misure cautelari nei confronti di due soggetti coinvolti nella gestione della discarica di Scala Coeli ed il presunto disastro ambientale che ha portato al suo sequestro l’ottobre scorso.
I provvedimenti hanno riguardato il direttore dei lavori accusato di concorso nel reato di disastro ambientale ed il funzionario dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Calabria Arpacal accusato di rifiuto di atti d’ufficio.
Secondo quanto emerso nelle indagini preliminari il direttore dei lavori insieme ad altri soggetti coinvolti avrebbe concordato l’installazione non autorizzata di una tubazione di 60 cm di diametro e lunga oltre 60 metri.
Questa struttura non prevista nel progetto e mai approvata dalla Regione Calabria era collocata alla base dell’invaso e avrebbe permesso al liquido di scarico di fuoriuscire dalla barriera artificiale.
Inoltre il direttore avrebbe redatto documentazione attestante la corretta esecuzione dei lavori nonostante non fosse conforme alla realtà .
Sempre dalle investigazioni è emerso che il funzionario Arpacal nonostante un’ispezione nel gennaio 2023 avesse evidenziato circa 40 cm di percolato sul fondo del secondo invaso non avrebbe redatto un verbale completo né segnalato la violazione delle disposizioni contenute nell’autorizzazione ambientale oltre ad aver omesso di notificare le irregolarità alle autorità competenti sulla discarica di Scala Coeli.
Per il direttore dei lavori è stato applicato il divieto di esercitare la professione di ingegnere per 12 mesi, mentre il funzionario dell’Arpacal è stato sospeso dall’esercizio del pubblico ufficio.