E’ morto in Uganda dove ha vissuto per mezzo secolo padre Paolino Tomaino, missionario comboniano originario di San Pietro Apostolo, nel catanzarese. Aveva 87 anni.
I funerali, che saranno celebrati dal vescovo della Diocesi di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi, si svolgeranno domani alle ore 15.00 nella Chiesa Madre del paese natale del religioso.
Il sindaco del comune di San Pietro Apostolo, Raffaele De Santis, ha proclamato per l’intera giornata di domani il lutto cittadino in quanto dalle ore 9.00 sarà allestita la camera ardente nel Palazzo di città.
La città di Lamezia ha consentito con la sua generosità la costruzione in Uganda di un piccolo ospedale che si chiama “Lamezia Hospital”. La struttura è gestita da medici ed infermieri che hanno studiato nelle scuole fondate da Padre Paolino grazie ai contributi economici arrivati dall’Italia. Il religioso ha voluto tradurre in realtà il motto dell’ordine dei comboniani “Salvare l’Africa con l’Africa”, operando per l’emancipazione delle popolazioni che vivono in quei territori.
“Da oltre 50 anni in Uganda, padre Paolino – è detto ancora nella nota diffusa dal vescovo Parisi – con la sua instancabile attività accanto ai più deboli, ha sempre cercato di aiutare quei territori a non dipendere da altri, ma ad aiutarsi da soli, a crescere economicamente, per quanto possibile, ma, soprattutto culturalmente certo che proprio la crescita culturale può far fare un salto di qualità ad un territorio. Ha creato scuole, ospedali, mense perché quelle comunità non dovessero dipendere da altri. Convinto che il riscatto passasse dall’istruzione e dalla specializzazione, padre Paolino ha sempre puntato sulle scuole e sulla formazione delle nuove generazioni. Migliaia i ragazzi e le ragazze adottati a distanza che hanno avuto la possibilità di studiare raggiungendo traguardi importanti. E uno degli ultimi regali alle comunità africana ed italiana, è stata la laurea a dicembre di Lwanga Ssempijja che, grazie alla macchina della solidarietà, diventato dottore in Medicina all’Università Magna Graecia. È stato così che Lwanga, partito dall’Africa ragazzino carico di sogni e di speranza, è tornato nella sua terra dottore, in tempo per riabbracciare padre Paolino“.