Con decreto cautelare dell’8 febbraio 2024, il Tar della Calabria ha sospeso l’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Crotone nei confronti dell’associazione Prociv Arci Isola di Capo Rizzuto, l’associazione che gestisce il Centro richiedenti asilo, uno dei più grandi d’Europa.
Il giudice ha accolto l’istanza presentata dal legale della Prociv alla quale è stata contestata la sussistenza di rapporti di parentela idonei a costituire rischio di infiltrazione mafiosa.
“In una comunità locale segnata dalla presenza della ‘ndrangheta e da varie operazioni di polizia giudiziaria che hanno coinvolto decine e decine di persone – afferma l’avv. Liperoti – l’incidenza genealogica di parenti attinti da pregiudizi è naturalmente più diffusa della media. Tale elemento non può contribuire ad escludere dal mondo del volontariato e del terzo settore un’associazione che opera con finalità non lucrative in mezzo agli ultimi del mondo, fra terremoti, macerie e sbarchi”.
Nel ricorso – è scritto in una nota – “è stata altresì contestata la ricostruzione dei rapporti tra Prociv e Misericordia, evidenziando l’assenza di contiguità della Prociv rispetto ai fatti e alle persone che portarono all’Operazione Jonny che ebbe ad oggetto un presunto sistema di malaffare nel Cara di Sant’Anna“.
Il prossimo 6 marzo seguirà il processo amministrativo in camera di consiglio davanti ai giudici della Prima sezione del Tar Calabria.